
FANTOZZI – 50° Anniversario
- Paolo Villaggio (Ugo Fantozzi), Liù Bosisio (Pina), Plinio Fernando (Mariangela), Anna Mazzamauro (signorina Silvani), Giuseppe Anatrelli (geom. Calboni), Gigi Reder (Enzo Filini), Paolo Paoloni (megadirettore galattico), Umberto D’Orsi (cav. Diego Catellani)
- Luciano Salce
- Commedia, Il Cinema Restaurato 2025, Comico
Sinossi
Il 27 marzo 1975 usciva Fantozzi. Per festeggiare il primo, leggendario capitolo della saga cinematografica del Ragioniere, la Cineteca di Bologna, in collaborazione con RTI e Mediaset Infinity, porterà nelle sale italiane il restauro di Fantozzi, per il 50° anniversario dell’uscita del film.
Promosso dalla stessa Cineteca di Bologna, in collaborazione con RTI e Mediaset Infinity, il restauro di Fantozzi è stato realizzato dal laboratorio L’Immagine Ritrovata, con la supervisione di Daniele Ciprì per la color correction.
Tratto dai due romanzi che Paolo Villaggio pubblicò per Rizzoli nel 1971 (Fantozzi) e nel 1974 (Il secondo tragico libro di Fantozzi), il film Fantozzi fu affidato alla regia di Luciano Salce.
Come quella di un eroe misterioso, l’epifania cinematografica del rag. Ugo Fantozzi avviene di spalle: controcampo, una mazzata in testa, e il personaggio ha già il suo destino cucito addosso. Il volto è naturalmente quello del suo autore, che da tempo ne limava i tratti in televisione, per poi tirar fuori dalle pagine di due best seller quella che oggi possiamo considerare la maschera comica più popolare d’Italia.
Fantozzi è un personaggio che non ha nulla a che vedere con il successo di tanti accenti regionali che hanno caratterizzato la nostra comicità, e, se i natali genovesi di Paolo Villaggio hanno sicuramente avuto un’importanza determinante nella sua vicenda biografica, questi tuttavia non trovano riverbero nel Ragioniere. Insomma, Fantozzi è un vero e proprio eroe nazionale. Lo è stato fin dall’inizio e, a quanto pare, continuerà ad esserlo. Sì, perché quella straordinaria scintilla d’intelligenza da cui è nato non si è lasciata imbrigliare dalle circostanze, pur dettagliatissime, dell’Italia degli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta che viene ritratta: quelle, appunto, sono solo circostanze. Ma è l’invariabile e intramontabile sordida natura dell’essere umano in società a essere incarnata in saecula saeculorum da Fantozzi, dalla schiera di colleghi e capiufficio, archetipi ciascuno di qualche oscena disposizione (im)morale. Ed è qui che interviene la penna del genio: tutto questo viene ribaltato in chiave grottesca e ne esce un’infilata di sequenze la cui forza comica sembra non esaurirsi mai. Tali e tante sono le scene da antologia, che tutti rischiamo di confonderle, di affibbiarle a questo o a quell’altro titolo di una saga dalla filmografia sterminata. Certo, questo esordio fantozziano ha tutta la potenza degli esordi e le disgraziate vicende che mette in scena sono, a distanza di cinquant’anni, ancora sulla bocca di tutti: l’autobus al volo, la partita scapoli contro ammogliati, il veglione di Capodanno, la partita a biliardo col Catellani… e via dicendo, fino alla conversione comunista di un Fantozzi armato di eskimo, sciarpa rossa e capello lungo che si presenta al cospetto di un Megadirettore Galattico già sulla via della santità.
“Fantozzi non era commedia – ha detto Paolo Villaggio – era un film un pochettino atipico, con una cattiveria, una ferocia nei riguardi dei disgraziati, che si è realizzata in pieno”.
Orario dello spettacolo
- 18:00