Sinossi
Un giovane esce nudo dal mare. Si rivolge a un contro campo (la riva) e a un fuori campo (la sala che diventerà, a suo modo, materia visibile). Ma chi guarda chi? Le note sono quelle di Les Incas du Pérou, secondo dei quattro movimenti di Les Indes galantes di Jean Philippe Rameau, celebrazione dell’incontro dell’Europa con gli altri continenti. Chi scopre chi? È questa la domanda da mettere in moto per arrivare a un pensiero post-coloniale fuori dai contorni e da ogni vizio dello sguardo, quello sguardo che riduce l’altro a un’immagine del proprio volere. Todos los males nel mostrarci la storia della principessa inca Phani innamoratasi di un conquistador ci mette di fronte (noi discendenti di quei conquistatori) allo spettacolo della Conquista. Le arie dell’episodio, forse, più emblematico di quest’opéra-ballet, per le questioni inaspettatamente attuali che l’attraversano, suonano perfette nella loro problematicità per provare a riflettere sulla contemporaneità. Non si tratta di un documentario che segue la preparazione di un allestimento teatrale; è e non è un film-opera, piuttosto, un «documentario dell’immaginazione» e al tempo stesso un (im)possibile re-enactment, una ri-messa in scena, in azione di quello che è stato con la complicità di una piccola rappresentanza di cittadini italiani di origine peruviana che hanno partecipato attivamente alle riprese e alla scrittura drammaturgica. Todos los males, senza bisogno di prediche o di rassicurazioni edificanti (mix di falsità e buonismo da voltastomaco), ci mette davanti a uno specchio, però ustorio, che concentra i raggi sulle nostre ombre, sulle nostre oscurità, sui nostri bui e sui nostri incolmabili vuoti. E, più che illuminarli, riempirli o rifletterli, li incendia. (Matteo Marelli)
Orario dello spettacolo
- 18:00